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Leggere al confino di polizia. Fonti e studi

Vecchi Silvia
Articolo Immagine
ISSN:
2240-3604
Rivista:
TECA
Anno:
2011
Numero:
0
Fascicolo:
TECA N.0/2011

Dal carteggio dei coniugi Paolo Betti e Lea Giaccaglia (1922-1935) e da altre fonti si profila una ricerca sulla lettura al confino. Lontano dallo stereotipo del «lettore-militante», libri e biblioteche nei luoghi di reclusione si rivelano così una forma di lotta al fascismo. L’attività culturale degli antifascisti ha permesso di superare la visione del libro come mero strumento consolatorio e di fare della formazione attraverso la lettura uno strumento per la rivendicazione del proprio credo. Dalla fonti considerate emerge la ferma volontà di auto-formazione attraverso i consigli di lettura, una pratica la cui analisi andrebbe approfondita ed estesa ad altre tipologie di lettori, per meglio comprendere i diversi significati assunti dal libro.

Reading in relegation was a form of education and political self-identity empowerment rather than soothing, as appears from correspondence between the couple of Paolo Betti and Lea Giaccaglia (1922-1935) and other sources. Libraries and books in prison were part of the antifascist fight. Reading advices in prisoners letters should be compared to letters of different kinds of readers for a better comprehension of what books and reading in relegation meant.