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Archeologia della Grande Guerra in Italia. L’esperienza di Punta Linke (3.629 m slm) nel gruppo Ortles-Cevedale

Bassi Cristina Nicolis Franco Vicenzi Maurizio
Articolo Immagine
ISSN:
2279-9583
Rivista:
Rivista di studi militari
Anno:
2016
Numero:
5
Fascicolo:
Rivista di studi militari N. 5/2016

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Il progressivo arretramento dei ghiacciai alpini ha portato negli ultimi decenni ad una vera e propria situazione di emergenza culturale in quanto numerose sono le testimonianze della frequentazione da parte dell’uomo di queste aree, in particolare per quanto concerne il primo conflitto mondiale. In questo lavoro viene illustrato il caso di Punta Linke, nel gruppo Ortles-Cevedale, dove in corrispondenza della cima (3629 m slm) esistevano un magazzino ed una baracca per la teleferica appartenente alle infrastrutture predisposte dall’esercito austro-ungarico e che collegava Cogolo di Pejo in Val di Sole (Trentino) con il Coston delle Baracche Brusade (Lombardia). Data l’estrema vulnerabilità del sito l’Ufficio beni archeologici di Trento è intervenuto con un cantiere di ricerca archeologica che ha permesso l’acquisizione con metodologia scientifica di reperti e dati relativi alle attività svolte dai soldati in questo sito. Tali ricerche, che hanno avuto inizio nell’estate del 2009, si sono concluse nel 2014 con la musealizzazione del sito e la relativa apertura al pubblico durante il periodo estivo. Parole chiave: Regressione aree glaciali - Riscaldamento globale - Gruppo Ortles-Cevedale- Punta Linke - Prima Guerra Mondiale - Archeologia della Grande Guerra

Global warming is changing the alpine landscape. The retreating of the glaciers is a climatic emergency, but is taking with it a cultural emergency. The melting of ice is bringing to light evidence of the human presence at high altitudes from prehistory to contemporary times. The icon of this phenomenon is Iceman, discovered in September 1991 in Schnalstal, but a lot of other evidence is coming to light form the Alps, first of all the remains of the highest battlefields in the world, fought during the First World War, the so called “Guerra Bianca” (“White War”). In this paper the role of archaeology and of the archaeological method in the collection and the documentation of the evidence of the WWI in glacial environments is highlighted, and a case study is presented, the site of Punta Linke (3629 m asl) in the Ortles-Cevdale Massif. Here, since 1917, there were barracks, a warehouse and a cabin for the cableway built by the Austro-Hungarian Army linking Cogolo di Pejo with Coston delle Barache Brusàde. Since 2009 the Archaeological Office Heritage of Trento carried out archaeological research on the site. During this, structures and artifacts have been excavated with scientific methodology and data related to the activities carried out by soldiers on this site have been recorded. At the and of the research in 2014 the site has been opened to the public during the summer. Keywords: Retreating of glaciers - Global warming - Ortles-Cevedale Massif-Punta Linke - First World War - Archaeology of First World War