Nelle opere del Pascoli ci sono dei temi ricorrenti, che
rivelano una precisa concezione del mondo e della poesia. Analizzare questi
temi, ricostruirne la genesi storica e culturale, scoprirne i legami con le
vicende personali del poeta, è un’operazione complessa, ma è l’unica che può
portare alla luce la sua peculiare weltanschauung. Nei suoi componimenti c’è un
costante collegamento fra la vita e la morte. L’esistenza viene narrata a
partire dalla sua fine e ciò costituì una straordinaria anticipazione della
filosofia esistenzialista. Giovanni Pascoli riuscì solo temporaneamente a sottrarsi
al richiamo della morte, proveniente dalle sue terribili esperienze giovanili e
anche dai suoi sensi di colpa, costruendosi un mondo fantastico fatto di suoni
e di elementi arcaici: la voce della madre, i versi degli uccelli, il ricordo
dei morti, i cicli eterni della natura. Questa difficile operazione umana e
culturale lo collegò alle più avanzate correnti letterarie e filosofiche
europee di fine Ottocento e inizi Novecento.
INDICE
Pasquini Stefano
Svolge ad Arezzo la professione di avvocato, esperto in diritto amministrativo, ma si è anche laureato in Scienze Umanistiche all’Università di Urbino. Studioso di letteratura e filosofia, ha pubblicato i saggi Arezzo e gli aretini nella Divina Commedia (Mauro Pagliai Editore, 2021) e Indagine sul ‘processo’ di Kafka (Mauro Pagliai Editore, 2011). Ha tenuto numerose conferenze pubbliche su Ovidio, Dante, Pascoli, Kafka, Sartre e Heidegger. Ha pubblicato anche due romanzi: Fenomenologia del tradimento (Mauro Pagliai editore, 2015) e Giorno e notte (Zerounoundici, 2018).